Si tratta di un'alga verde a distribuzione circumtropicale avvistata per la prima volta nel 1984 nel Mar Mediterraneo.
Al riguardo va detto che le piante mediterranee presentano alcune differenze morfologiche e fisiologiche rispetto alle loro controparti tropicali; colonizzano un'ampia gamma di biotopi, dalla superficie a 20-30 metri di profondità, e sono stati raccolti fino a 100 metri di profondità.
Caulerpa taxifolia, incvece, supera le alghe native grazie al suo alto tasso di crescita, alla sua occupazione totale del substrato, al suo migliore accesso alla luce, all'aumento dei tassi di sedimentazione che crea e alla sintesi di metaboliti secondari, cioè molecole con ruoli funzionali ben precisi e forse potremmo anche dire "strategici\invasivi". La concentrazione di questi metaboliti muta stagionalmente con una forte interferenza sul pascolo del Paracentrotus lividus, il riccio di mare per intenderci (questo uno dei tanti motivi del su percorso di estinzione).
La concentrazione di Caulerpa taxifolia in determinate aree ha mostrato un numero ridotto di altre specie di alghe e una bassa diversità. Oltre ai ricci sono interessati anche pesci, anfipodi e policheti.
Sulla base di studi preliminari, sono previste alcune particolarità riguardanti il funzionamento di un ipotetico futuro ecosistema dominato da Caulerpa taxifolia.
Infatti, Se l'espansione di questa particolare alga continuerà al ritmo attuale, assisteremo a un evento ecologico di prima grandezza per il Mediterraneo, caratterizzato da un forte calo dell'ecodiversità e, forse, anche della biodiversità delle aree costiere.