“U SGRUSCIU DU MARI”
(“Il rumore del Mare”)
“Cosa ti manca della tua Sicilia”, fu chiesto a celebre Andrea Camilleri[1] nel corso dell’ennesima intervista, mentre si trovava nella Capitale.
Forse il giornalista si aspettava che il Maestro parlasse dei suoi conterranei Luigi Pirandello[2] e Leonardo Sciascia[3] o, comunque, di beni culturali legati alla sua Terra.
E invece no!
La sua risposta fu tutt’altro: “u sgrusciu du Mari”.
Quello stesso Mare che lo aveva ispirato e accompagnato nel corso della redazione dei suoi popolari romanzi e di cui non aveva mai potuto fare a meno.
Già, “u sgrusciu du Mari”, come potergli dare torto, un grande mistero oltre la semplice acqua.
E risaputo che il Mare ha la capacità di ispirare la nostra mente anche attraverso l’osservazione di una scogliera distante molte miglia, ma il suo rumore racconta una storia, diversa, più intrinseca, misteriosa.
Il “rumore” delle onde che si infrangono sugli scogli è qualcosa di più, è come musica che dura nel tempo e sembra far parte di quel prezioso repertorio compagno di vita.
Non si tratta di un semplice sciabordio, bensì di “rumore bianco”, capace di generare quello stato di sospensione temporale catalizzatore di benessere diffuso ed irrinunciabile.
E’ un dato squisitamente scientifico che quel “rumore bianco” conduttore di benessere è persino capace di ripristinare l’equilibrio pisco-fisico di ognuno di noi.
“U sgrusciu du Mari” fatto dalla stessa sostanza dell’Universo, può avere origini solo da Dio.
[1] Drammaturgo, scrittore (6.9.25 Porto Empedocle – 17.6.2019 Roma)
[2] Drammaturgo, scrittore, poeta (Agrigento 28.6.1867-Roma 10.12.1936)
[3] Drammaturgo, poeta, politico (Racalmuto 8.1.1921 – Palermo 20.11.1989)