L’USURPAZIONE DELLE SCOPERTE
L’usurpazione delle scoperte altrui sembrerebbe essere una pratica assai antica, antica quanto l’uomo, ma come accade spesso, il tempo guarisce ogni male e, fortunatamente, la verità viene sempre allo scoperto.
Proviamo a fare un passo indietro.
Come è noto, Cristoforo Colombo, uomo dalle concezioni prettamente medievali, è colui che attraverso le sue “straordinarie” scoperte è riuscito a proiettare l’umanità intera nella modernità, almeno così la storia ci ha insegnato.
Nel 1984, con il supporto del fratello Bartolomeo, il neo navigatore genovese realizza il suo progetto di viaggio e lo propone a Re Giovanni II di Portogallo che, sin da subito, manifesta il suo dissenso per l’operazione che ritiene assai costosa oltre che rischiosa.
Colombo si trasferisce in Spagna e, attraverso alcuni contatti italiani della classe mercantile, trova la strada per proporre il suo progetto ai Sovrani cattolici che accolta l’iniziativa ben presto rappresentano inspiegabilmente di non essere più interessati.
Tuttavia, nell’estate del 1489 la regina Isabella di Castiglia chiede di incontrare nuovamente Colombo e promette a questi di riprendere in considerazione quel “progetto”, ma solo dopo la fine della guerra della Spagna contro i Mori che avviene qualche anno dopo.
E così, il 23 maggio 1492 nella chiesa di San Giorgio in Palos viene promulgata la regia ordinanza con la quale si attesta la nomina di Colombo a comandante di un’armata di tre navi.
Si tratta di tre caravelle la Nina la Pinta e la Santa Maria quest’ultima con a bordo Colombo che all’alba del 3 agosto 1492, concluse tutte le operazioni di approvvigionamento, salpa da Palos con una forza di ben 90 uomini.
E’ il 12 ottobre 1942 la flotta avvista “terra” e ben presto le Caravelle sono ormeggiate in una caletta riparata di San Salvador, un isolotto sito a nord-ovest dell’arcipelago delle Bahamas.
Il 15 marzo 1493 Colombo, convinto e fiero di avere coronato il suo progetto, rientra in Spagna e, accolto in pompa magna, racconta ai Sovrani non solo quanto scoperto ma le possibilità di aprire nuove rotte commerciali, tanto che di lì a poco partono le prima spedizioni verso le Americhe.
In realtà la scoperta delle Americhe non sarebbe avvenuta esattamente come raccontata a scuola bensì secondo modalità diverse, infatti un planisfero datato 1459, presente a Palazzo Besta, a Teglio, in Valtellina, recentemente portato alla luce, rileva già la rappresentazione delle Americhe.
Una mappa che non poteva essere frutto dell’immaginazione umana, qualcuno aveva già scoperto le Americhe tanto da realizzarne una dettagliata “carta geografica”, ma qualcosa poi doveva essere andato storto ed i fratelli Colombo non potevano non sapere visto che sull’argomento ci avevano studiato molto.
Proviamo a dare una spiegazione
I primi viaggi in forma secretata verso le Americhe partono all’inizio del 1400 a cura dei portoghesi, degli ungheresi, dei Medici, degli Sforza, degli Este, in una sorta di coalizione molto ampia. Purtroppo nello stesso periodo i turchi, conquistata Costantinopoli, interrompono le vie commerciali verso le Indie orientali.
A quel punto gli spagnoli e la chiesa hanno trovato terreno fertile per unirsi e accaparrarsi, i primi, le rotte commerciali, e i secondi, nuovi popoli da evangelizzare, anche perché avevano già contezza che le Americhe erano abitate.
E così, con la consapevolezza che le Americhe erano già state scoperte molto tempo prima, utilizzando i rapporti storici di spedizioni precedenti creano ugualmente a tavolino la storia di Cristoforo Colombo, per rivendicare il controllo di questi territori.
Si è trattata di un’operazione finalizzata a far valere un diritto non spettante che invece la chiesa attraverso le bolle pontificie e la costituzione del Trattato di Tordesillas del 7 giugno 1494, ha ufficializzato consentendo così la divisione dei territori tra spagnoli e portoghesi, in maniera da ricostituire l’accesso ad oriente compromesso dai turchi.