Quella di Santa Tecla è una delle tante garitte presenti nelle coste sicule e che, testimone di un sistema difensivo messo a punto fra il 1500 e 1600 dai dominatori spagnoli, costituisce oggi un vero e proprio patrimonio storico-culturale poco conosciuto alla collettività.
Si tratta di una torre in pietra lavica, a pianta quadrata e di piccole dimensioni, dotata di una copertura a piramide con volta a vela, sormontata da una sfera di basalto e decorata con quattro merli agli angoli.
Realizzata verso il XVI secolo a poche miglia di distanza dalle garitte di Santa Maria La Scala e Capo Mulini- per consentire la comunicazione tra loro attraverso i fani- questi manufatti garantivano un ottimo sistema difensivo contro l’invasione dei saraceni.
Ed infatti attraverso le feritoie rivolte all’orizzonte, propedeutiche all’osservazione, il balestriere di turno riusciva il più delle volte a fronteggiare le prime emergenze e ad avvisare per tempo la popolazione, rimanendo comunque al riparo.
Tuttavia, l’avamposto non riusciva sempre a prevenire l’approdo del più temibile pirata e c.d. Lucciali (Aluc Alì) che al capo di sette galee e circa 300 uomini riuscì a sbarcare nel borgo di Santa Tecla.
A terra fu combattuta una battaglia sanguinaria, ma grazie al coraggioso intervento della popolazione l’incursione falli ed i pirati furono costretti a ritirarsi.
La garitta di Santa Tecla è oggi un bene culturale visitato d auna moltitudine di turisti